I Re bambini con le barbe bianche

Nel profondo di noi ci sono stragisti che ordiscono trame e complotti, convivono collaborazionisti e delatori, si ergono a tratti PM inflessibili che invocano la nostra condanna mentre giudici corrotti, coi quali patteggiamo ridicole pene ogni volta che tradiamo noi stessi, ci offrono il miserevole beneficio del dubbio. Dentro di noi c’è il fulcro della società, i democratici ma anche gli anarchici, c’è il popolo plaudente, osannante, e l’attentatore del Re. Nella storia convulsa delle nostre vite interiori, ogni notte ci si scanna per una goccia di latte della felicità, ma anche per mantenere inalterato un regime del terrore, perché una tenebra ben conosciuta può essere meno allarmante di un’alba straniera, e ogni seduta di sogni si apre e si chiude a capriccio di un bambino con la barba bianca seduto sul trono. È lui il duce del nostro tempo eterno, il sovrano dell’impalpabilità, il corruttore della coscienza ma anche l’ardito partigiano di tutte le nostre liberazioni. A lui si devono le nostre sciocchezze e le nostre grandezze. Il Re bambino con la barba bianca non va né assolto né condannato, ma è indispensabile che lo si rintracci e lo si comprenda. Perché quel che lui legifera di notte, noi, inconsapevoli sudditi, di giorno agiamo. E questo è il danno. Prima di ubbidirgli ciecamente, invece, occorrerebbe rammentarsi non solo la corona e lo scettro, ma la sua imberbe età. Per parlar chiaro, se i nostri attuali ministri non fossero tiranneggiati da codesto despota pauroso, se -come ciascun governante avrebbe il dovere di fare prima di occuparsi della "crescita" pubblica- avessero usato con lui la paterna educazione con cui il piccolo Re andrebbe contenuto, nel “pacchetto sicurezza” varato dal governo la clandestinità non sarebbe mai stata considerata un reato e l’accattonaggio un delitto. Per i bambini, infatti, i potenti sono i buoni, più denari hanno più son buoni, mentre tutte le immonde paure provengono dalla miseria e “dal fuori”; è dei poveri e dei diseredati, secondo loro, l’antiregno degli orchi e delle streghe. Chi, invece, ben governa il proprio Re bambino con la barba bianca, e non si lascia sedurre dai suoi infantili terrori, sa bene che è semmai vero il contrario, che è nella propria infantile onnipotenza il feroce orso da ammaestrare, e non sono gli altri il Circo da sbaraccare, lo zingaro da ammanettare, il carrozzone da ardere. Non esiste reato più grave, infatti, di quello di promulgare leggi infantili e ingiuste, scaturite da infanzie implacabili, perché sottaciute e rimosse.  Più si è stati troppo assolutorii con se stessi, più si diventa implacabili con il prossimo debole. Ma vaglielo a spiegare ai Re bambini con le barbe bianche. Ti sbranerebbero.

17 commenti su “I Re bambini con le barbe bianche”

  1. “Nessuno è adatto ad essere investito del potere. Chiunque abbia vissuto sa di quante follie e malvagità sia capace. Se non lo sa, non è adatto a governare altri. E se lo sa, sa anche che né a lui né a nessun altro dovrebbe essere permesso di decidere un solo destino umano.”
    Charles Percy Snow

  2. Condivido pienamente la frase citata da Zee.
    Poi credo, che comunque, se non sono i Re bambini con le barbe bianche a scoprire e domare il bambino che è in loro ci pensa il loro corpo: allargandosi o rattrappendosi, ungendosi, assumendo sembianze da satiro e, nel migliore ma più beffardo dei casi, irrigidendosi dietro una maschera da chirurgia estetica.
    Ciao a tutti. A Diego che mi fa pensare un “grazie”, un “perchè?” e un pizzicotto.

  3. ti porto con me, ti tengo con me, mentre l’infanta imperatrice piagnucola perché pensa che tutti ce l’abbiano con lei. Con quanta puntualità sei arrivato, Piccolo Principe!!

  4. L’infanta imperatrice aveva un solo nome, fu cosi’ che ci si salvo’ dal Nulla, non inglobandosi nel nulla.
    Le galline alle faine.
    La volpe va alla montagna di pietra e si tramuta in drago alato.

  5. Alla mia età se si è sopravvissuti, si vive con pochi brandelli di carne risparmiati dalla ferocia delle belve per bene, dei patinati, quelli con le manine bianche quasi informi da pupattoli di porcellana.
    Nella mia patologica ingenuità ho sempre pensato che nulla fosse più importante di capire i sogni , di scovare il legami con quell’agire del giorno e ammansire la crudeltà del Re,e l’ho affrontato, con dolcezza o con la giusta severità che a volte un bambino chiede.
    Poi con la spontaneità o meglio con la determinazione di un kamikaze l’ho detto ad alta voce, così come nulla fosse, perchè mi sembravano sviste,le retate dei rom o le proibizioni ai mendicanti.pensavo “lo fanno perchè non se ne sono accorti,solo un attimo di distrazione”.Ora vivo con i denti delle belve conficcati nel cuore, oggi so che il Re è un sovrano assuluto, al quale si giura fedeltà al quale si riconosce un potere indissolubile, quello della paura, di me, di te,di se stessi.
    I guerrieri vivono soli, a cantare le loro gesta di battaglie eroiche,le raccontano al Re che è solo bambino e lentamente si addormenta nelle loro braccia.

  6. Arrivare al venerdì sui gomiti pensando che una nuova schiera di giornate crudeli ricomincerà tra due giorni. Da bambino non immaginavo che la vita sarebbe stata così.
    Le scelte sbagliate nel momento sbagliato?
    Non lo so…ma non volevo che tu così pieno di sogni e speranze diventassi così.
    Ti chiedo scusa piccolo me , mi spiace davvero. Avrei voluto risparmiarti tutto questo.

  7. “E questo è il danno.”

    già,…
    Siamo immersi nella logica della segregazione e non c’è ne accorgiamo. Le nostre città si stanno riempiendo di piccoli lager dove aleggia l’odio. Piccole celle invisibile dove rinchiudere i sentimenti, la relazione, gli anziani, i malati mentali, i deboli. e tra poco anche i bambini che chiedono solo di Giocare di vivere… E poi ci stupiamo della nostra solitudine, del nostro silenzio,dei nostri finti rapporti umani; ci domandiamo il perché di certe tragedie familiari.ma ehi: ci siete?
    parliamoanche d’altro
    Che altro può succedere, nel deserto di questi rapporti umani in cui viviamo?

    Dobbiamo ammettere che il nostro non è un modo di vivere soddisfacente, ma è toccato a noi; tutto considerato, sono in tanti,ioco, che hanno voluto codesto sifatto futuro… anche il nostro consumismo diventa moralmente tollerabile, se si pensa che sorta di futuro vi è toccato come presente.
    Un insieme di speranza e di disperazione, in percentuali mutabili.
    ma,Se poi codesti cittadini,meglio se scrivo,politologhi, fossero anche di media cultura potremmo loro suggerire la lettura di quei Classici del Pensiero nei quali si dimostra in qual modo la galera, e solamente la galera, e come possono farci liberi dagli avvinghiamenti delle multinazionali che continuano a degradare il nostro popolo.
    D’altra parte, Nemo potest duobus dominis servire : nessuno può servire due padroni: perchè o odierà l’uno e amerà l’altro o sarà affezionato a uno e trascurerà l’altro ecc ecc. questa è la vera realtà. il popolo: per nulla amatofino ad ora da tutte le classi di quei re che hanno finto di governare.
    Ma c’è forse stato un tempo in cui l’uomo politico fosse capace di sperimentare il sacro senza sfiorare le ustioni del mostruoso?
    bye bye
    cg

  8. Nel profondo Nord della Terra esistono iceberg verde azzurro o azzurro blu; rimangono fissi e immutati, sembra, per millenni, mai sfiorati e toccati dall’uomo.
    Non un contatto, una carezza, tormentato solo dal vento e dall’acqua.immutabile.Eppur sereno e pacifico, ma dirompente lungo la sua strada.
    Solidità, ti dicon fin da piccolo.Cura ed educazione.Ma non sono un iceberg.Non riesco a vedere solo due colori.Voglio il cielo dopo la pioggia voglia l’arcobaleno e le sue sfumature.
    Spesso guardo la mia vita, e in alcuni momenti è immobile, come un corpo che corre ma non riesce a fare un centimetro. Sacrificio, mi dicono.Vorrei poter dire esattamente come stanno le cose.Dire che c’è bisogno di più leggerezza, che ormai tutto è fasullo. I comportamenti.Le persone.Gli occhi.Occhi stanchi della gente.Occhi pieni di speranza nei bambini, che noi grandi vediamo con invidia e cinismo.Non crescere bimbo, rimani così.Sei puro. Sono io che l’ho persa la purezza.Ma difendo la tua.
    Un alito di vento ora mi fà ricordare un pezzo di vita….quando in collina avevo il mio aereo di polistirolo e plastica e attendevo la folata, la volata che ti cambia l’umore mille volte al giorno….lanciavo l’aereo e per pochi secondi ero un dio, ero dio….volavo con lui….ora volano i miei sogni, volano forse troppo alti.Però son capace di farli volare.E questo è la gioia di chi ha compreso.

  9. Perdonatemi tutti,
    so che il Re Bambino non tollera certe ricorrenze, ma oggi è una triste e barbara giornata…del 1992, in questo dì che ci ha privati di un Uomo.Grazie Giovanni e grazie a quei ragazzi che a Capaci han guardato il Sole svanire.Grazie ancora di cuore

  10. Oggi a chi ho confidato la pena del mio piccolo me solo risposte tipo “…non è mai troppo tardi per un’infanzia felice!”.Eh no…quelle stagioni non tornano ed in alcuni casi è davvero meglio così.Il mondo ha bisogno di uomini e non di eterni bambini e bambine capricciose. Giovanni era un uomo. Col coraggio che è necessario per definirsi tale. Io confronto a lui non son nemmeno alle elementari…ma ho solo tanta voglia di crescere.
    Giovanni disse “Chi ha paura muore ogni giorno”

  11. Forse vivere alla ricerca di qualcosa è già una prova di coraggio.Di surrogati ce ne mettono davanti tanti. Ma per la ricerca di una anche seppur piccola verità occorre coraggio.

    Buon sabato a tutti.

  12. Ciao Diego, devo ammettere che hai ragione: quanto ci fa paura l’alba di una novità! Perchè siamo così incapaci di aprirci al nuovo, di abbandonare la nostra solitudine consueta per accogliere l'”altro da noi”, per renderlo NOSTRO? Perchè tutto questo ci spaventa? Perchè non ho accettato l’invito di uno sconosciuto gentile che voleva incontrarmi per un caffè? Perchè ho temuto per la mia incolumità, per la mia VITA solo per uno stupido caffè? Da chi ho imparato a diffidare anche della mia ombra? Dal fatto che siamo diventati, come dici tu, “telegiornali umani”? Non lo so, non so rispondere e mi sento avvilita. Dopo averci pensato tanto, ho ritenuto più sicure… le mie tenebre familiari…Inizio a credere che la vera emergenza sicurezza…sia la minaccia rappresentata dalle porte blindate, dalle inferriate, dai muri, dagli antifurti…Quanto ci stiamo isolando,Diego! che razza di società abbiamo in mente di realizzare!

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