VIVA LA RADIO (1982-1983)
Viva la radio, varietà quotidiano di Radio1 in diretta da via Asiago, è stato la prosecuzione ideale di “Torno subito” ma più satirico e spettacolare. Era l’epoca della “tv del dolore” e il nostro show la sbeffeggiava. C’era il pubblico, l’orchestra, le cabine dove gli ospiti, veri “casi umani”, vivevano rinchiusi giorno e notte. Tutto, ovviamente, posticcio e falso.
Massimo Catalano e Diego Cugia
Max Catalano ed io eravamo i domatori di questo circo surreale, con personaggi come il signorino Asmara (Francesco Pannofino), uno che si era perso il suo dugongo, la suicida Camilli Albertina (Lella Costa) che si collegava dal cornicione di un palazzo di Torino in procinto di buttarsi di sotto, e la fantasima Esedra, fuggita dall’aldilà, che appariva in studio a sorpresa. Uno dei personaggi di maggior successo era un impiegato del comune di Roma che irrompeva in studio con un carrello di fascicoli perseguitandoci perché, vent’anni prima, da ragazzi, avevamo fatto richiesta di aprire un baracchino allo stadio Olimpico per lo spaccio di wurstel fumanti. E dopo vent’anni il Comune di Roma ci aveva concesso la licenza, ma noi non avevamo più intenzione di vendere panini coi wurstel. E l’impiegato non se ne capacitava e ci affibbiava multe su multe. Erano anni spensierati, la gente si divertiva e non c’era lavoro più divertente e più bello. Poi tutto cambiò.