DIRITTO DI SATIRA

Il ministro per le Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, Roma, 10 maggio 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI

La vignetta di Mannelli pubblicata da “Il Fatto” è “sessista”? Se ragioniamo così (e io non ragiono così) finiremmo col dar ragione ad Al-Qaeda che considerando la serie delle caricature di Maometto oltraggiose e anti-islamiche ha provocato 12 vittime nell’assalto terrorista alla sede di Charlie Hebdo. Con l’aggravante (nostra) che loro, i fanatici sanguinari, non credono alla libertà di satira, mentre le democrazie più illuminate, sì. Ritrarre la ministra Boschi scosciata (con lo sberleffo all’accenno di cellulite) è una satira sulla Costituzione italiana “déshabillé”, ossia su come l’avrebbe ridotta la riforma della ministra. A me la vignetta non piace (ma chi se ne frega) e mi piacevano di più le matite di Charlie Hebdo (ma chi se ne frega). Però, anche per rispetto a quei martiri della satira, gradirei vivere in un paese in cui ciascuno scrive o disegna ciò che vuole. Mannelli ha infranto la legge? Ma per carità! E allora lasciatelo divertire. C’è a chi piace. E se non vi piace padronissimi, voltate pagina o cambiate giornale.