L’AMORE E IL DISPREZZO -Lettera aperta all’ex ministro dell’Interno-

No, senatore Salvini, lei non ha difeso i confini della patria, come twitta, squittisce e strilla in questi giorni sui nostri cellulari, nei comizi e alla tv. I confini della patria dall’invasione dello straniero li difesero i nostri nonni  dopo Caporetto sul Piave. Mezzo milione d’italiani morti ammazzati in guerra. A loro va il nostro rispetto e il nostro amore. No, non ci ha difeso, lei ha offeso nel corpo e nell’anima 131 migranti in fuga dalla guerra e dalla fame, impedendone lo sbarco e la pronta salvezza. Sequestrandoli per giorni in mezzo al mare. Ma di quale minaccia ai confini della patria si sarebbe erto a difensore? Erano armati solo di disperazione, lei è un vigliacco. Il suo è stato un abuso di potere. Quei 131 nostri fratelli e sorelle in Cristo che lei bacia nei comizi, disprezzandone la Parola nel cuore, per puro caso erano nati con un colore diverso della pelle in quei paesi impoveriti dalle nostre occupazioni militari e depredati dalle nostre piratesche scorribande finanziarie. No, lei non è il nostro dio. Non saremo mai fatti a sua immagine e somiglianza, senatore Salvini. Siamo italiani veri, ci hanno accolti in tutto il mondo, a volte con tolleranza e civiltà, a volte, purtroppo, con disprezzo. Fino a ieri eravamo fieri di non essere barbari, ma di aver dimostrato a tutti di essere un popolo gentile e solidale. Lei ci ha trascinati nel disonore. La nave Gregoretti è un’unità della Guardia Costiera italiana. 131 persone in pericolo di vita si erano aggrappate al nostro tricolore. Quel perimetro galleggiante era la nostra patria, i nostri confini sull’acqua. È stato lei a entrare in guerra contro noi stessi. Se ha un briciolo d’onore, questa volta si faccia processare. Come ci siamo schierati dalla parte dei naufraghi, così saremo dalla sua, qualora i suoi diritti non fossero rispettati. La verità, temo, è che lei riuscirà a svignarsela un’altra volta, attribuendone la colpa a una presunta “guerra giudiziaria” nei suoi confronti. Diserterà le aule dei nostri tribunali, fornendo un ulteriore cattivo esempio a chi è convinto che in Italia la legge non sia uguale per tutti.