Le 5 cose che mi fanno diffidare di un uomo

             Tre sono le cose che mi fanno diffidare di un uomo, tanto da stargli alla larga: la mancanza assoluta di autoironia e autocritica; il fatto che racconti barzellette sui campi di concentramento; l’accusare gli altri delle proprie colpe, se inconsapevole, peggio. Poi ce n’è una quarta, generale, che mi fa diffidare dello strumento principe con cui i politici di oggi credono di giustificare tutto: i sondaggi. Affidare la democrazia ai sondaggi è l’inizio della tirannide. Altrimenti, se nel ventennio ci fossero stati Pagnoncelli e la Demoskopea, nelle adunate di piazza Venezia la democrazia avrebbe fatto bingo.
Nella sola giornata di ieri ho letto che Berlusconi ha dichiarato che la nostra televisione è indegna di un paese civile (infatti è sua). Ha raccontato una barzelletta sugli ebrei nei lager (la “battuta” sui campi di concentramento è riportata sul Corriere di oggi). Ha dichiarato di non essersi mai considerato basso né di aver mai sofferto di problemi al riguardo. (Il Corriere si è guardato bene dall’intervistare il calzolaio che gli scolpisce quei tacchi da piramide di Cheope). Infine si è molto risentito delle polemiche all’interno della sua coalizione, non in quanto tali, ma perché gli hanno fatto perdere “cinque o sei punti”.
Dimenticavo la quinta cosa che non sopporto in un uomo e mi induce una diffidenza assoluta: sentirlo parlar male di Berlusconi, perché non se ne può più neanche di questo. Ma oggi sono stato attento. Ho cercato di limitarmi allo stretto necessario.