FRANCESCA LA PASSATRICE INCRIMINATA DAL GIUDICE PER REATO DI FRATERNITÀ

E poi ci sono queste ragazze, anche in Italia, che invece di maledire il buio lo illuminano, e pagano la bolletta sulla loro pelle, la bolletta di energia di un’anima lucente con cui fanno strada ai diseredati, ai vagabondi delle guerre e li scortano attraverso le frontiere, per una nuova vita da improvvisare o per una notte di tregua. Questo fa Francesca, la passatrice, non certo per soldi insanguinati, come quei nocchieri carogne che traghettano migranti sui barconi-bestiame, ma per amore, solo per amore.
Sono fiero di te, ragazza che non conosco, e poco me ne sbatte di quei miserabili di casa nostra che non sanno far altro che cacciare gli altri al grido odioso di “tornatevene a casa”, ma più gridano più emigrano da loro stessi per sempre, e rimangono a casa sì, ma al buio pesto.
Francesca, di Madonna dell’Olmo (Cuneo), una laurea in Economia con tanto di master, invece ci fa luce a tutti, col passaporto o senza, perché «Sono sopravvissuti alla Libia, agli scafisti, al mare. E muoiono come cani a Ventimiglia. Come fai a girarti dall’altra parte?». Francesca è una criminale, il suo reato è la solidarietà, meglio, la fraternità, pertanto è stata arrestata l’8 novembre alla guida di un furgoncino bianco sulla A8, a Mentone. I poliziotti francesi e italiani la stavano braccando da Ventimiglia. Nel furgone, assiepati, c’erano un cittadino del Ciad e sette ragazzi eritrei.
Martedì scorso, è stata giudicata dal Tribunale di Nizza. Si è rifiutata di rispondere alle domande della corte. Il procuratore ha chiesto otto mesi di carcere e due anni d’interdizione dal territorio francese, ma il giudice c’è andato meno pesante. Quando però il suo avvocato l’aveva difesa in nome dell’emergenza umanitaria, e il procuratore aveva alzato le spalle sbuffando d’indifferenza, Francesca ha parlato: «Gli ho detto che io non vedo la frontiera, che la frontiera non esiste, e dunque non c’è alcuna illegalità in quel che faccio. Quand’ero piccola ci passavo sempre d’estate con la mia famiglia. Nessuno ci ha mai fermato. Allora diciamo le cose come stanno: quello è solo un filtro ingiusto e disumano per le persone di colore».
I miei connazionali più vuoti gli scrivono su Facebook: «Grazie per aver portato via dall’Italia otto rompicoglioni» e le augurano: «Spero che ti arrestino e gettino la chiave». La passatrice, invece, è il mio fiore all’occhiello, stamattina. Per 300 euro al mese Francesca lavora nella Nizza vecchia per un’associazione che fa da ponte fra i migranti che sono riusciti a scavalcare il muro della frontiera che c’è solo nella mente e le famiglie francesi disposte ad accoglierli. Poi fa gli “straordinari” gratis, rischiando il carcere per i suoi fratelli invisibili. Eccone un paio, con lei nella foto, che ho preso dal suo profilo Facebook. Hasta siempre, comandante Francesca. Il tuo sorriso e quello dei tuoi piccoli “passeggeri” oggi mi assicura una giornata splendente. Grazie.

Un commento su “FRANCESCA LA PASSATRICE INCRIMINATA DAL GIUDICE PER REATO DI FRATERNITÀ”

  1. i confini li disegnano gli uomini sulle mappe e sulle cartine e li disegnano i limitati nelle loro menti,ammesso che abbiano anche un cuore hanno confini anche in quello.
    abbraccio Francesca e chi come lei che portano la luce nei nostri giorni.
    grazie di esistere

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