BUON NATALE A TUTTI I GESÙ

Gesù siamo noi quando veniamo ingiustamente accusati e messi in croce. Durante la dittatura militare in Argentina, Gesù aveva 25 anni, e quella volta il suo nome era Hernán Abriata, uno studente d’architettura. Stavolta il suo Giuda è un centurione del dittatore, il generale Videla: fa il poliziotto, il suo nome è Mario Sandoval, soprannominato “Churrasco” perché mette alla griglia come bistecche i torturati. Al padre di Gesù che, tremante, apre la porta, il Giuda del 1976 sorride rassicurante: «Non temere per tuo figlio, è solo un controllo di routine». Per dimostrare che lui non è mica uno che si vende per trenta denari, slaccia l’orologio dal polso del Gesù di Buenos Aires e lo consegna ai familiari. Poi con uno strattone se lo porta via. Hernán, “desaparecido”, non farà più ritorno a casa e il suo alto grido lo conosciamo bene: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» La stessa crocifissione si ripeterà in Egitto, nel 2016. Allora Gesù si chiamava Giulio Regeni. Il suo corpo, martoriato, fu ritrovato in un fosso lungo l’autostrada per Alessandria. Di giovani Messia traditi e messi in croce al mondo ce n’è uno al giorno. Anche per questo Gesù è immortale. Come Giuda. E tutti noi siamo stati l’uno o l’altro. Ma ieri c’è stato un colpo di teatro. Giuda “El Churrasco” è stato acciuffato a Parigi ed estradato a Buenos Aires. Il torturatore di Hernán era un falso Maestro. Addirittura insegnava Relazioni Internazionali all’Università. I Giuda di Regeni, invece, sono ancora nascosti sotto una coltre di affari. Ogni Gesù che rinasce con gioia questa notte, un’altra notte noi lo tradiremo. È lui che amiamo, il nostro eterno fratello abbandonato. E ancora non ci perdoniamo di esserci fatti sopraffare dal sonno e dall’indifferenza. Ha tentato di svegliarci, ma lo abbiamo lasciato a soffrire da solo, sotto le stelle di un cielo insanguinato, negli orti degli ulivi della terra. Buon Natale Hernán, buon Natale Giulio. Buon Natale, Gesù.

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