TELEGRAMMA DA JACK FOLLA

Hola teste da tagliare, bambine d’oro, fratelli ruvidi e incazzati, compagne agguerrite, grazie per le vostre mail che mi hanno fatto di colpo diventare un milionario di sorrisi. Vi avevo invitati a scrivere Il Libro Nero con me, tornato clandestino a Roma solo per un paio di mesi prima di decidere che farne di questa sedia elettrica della mia vita. E dopo vent’anni di silenzio mi avete scritto in centinaia, mi avete sbalordito ed emozionato e molte delle vostre lettere sono già nelle pagine della nuova Alcatraz tascabile che pubblicherò a settembre su Amazon, insieme a quel mio primo libro, ma stavolta, finalmente, con editore JF, libero, indipendente e ribelle, visto che JF, il mio capo, sono io. Non avendo una radio, be’, chissenegranfotte fratelli, mi sono registrato e musicato una dozzina di monologhi che vi silurerò su YouTube a metà settembre e nella pagina Facebook che aprirò a breve. Nel frattempo, continuate a scrivermi la vostra pagina nera personale su questi vent’anni in cui non abbiamo più potuto volare insieme, albatros. Esorcizziamoli insieme e rimettiamoci in formazione. Il cielo, ancora, non l’hanno chiuso dietro le sbarre, anche se quella banana nei capelli di Trump ha annunciato ieri che gli Usa si preparano alle Guerre Stellari e all’egemonia nello spazio. La gente è pazza. Nel libro c’è ancora posto, anche se ormai bazzico a pag.170 di 220 circa, quindi affrettatevi, perché ci tengo davvero. E chi mi conosce sa che sono sincero, sempre. Senza di voi nulla sarebbe stato possibile, mai. La mia mail privata è JF3957@tiscali.it

A presto e non mollate, hermanos. Hasta siempre.

Jack Folla

2 commenti su “TELEGRAMMA DA JACK FOLLA”

  1. Caro Diego, mi sa che quella generazione che ti ha ascoltato e amato (anch’io), che ti ha corso dietro e applaudito, che è venuta due volte a Roma e a Mugnano e in ogni dove ti presentavi (anche a Trento) fino a immedesimarsi, non ha gran che da dire e se lo dice è solo per piangersi addosso, Ha fatto il suo tempo o lo ha sprecato guardandosi allo specchio. Io che ho sempre creduto nella rivoluzione dei cervelli e ho fatto dell’azione politica uno stile di vita non ho rimpianti per questa società in perdita di coscienza planetaria che si ridicolizza guardando il cellulare anche quando passa le strisce pedonali. Sono, siamo colpevoli di non aver distrutto il male che ci rode dentro e che ci rappresenta in tutto il nostro squallore. E’ inutile che condanniamo una classe imprenditoriale e politica che obbedisce ad un capitalismo becero e malato, ossessionato dal valore del mercato e dalla finanza. Noi stessi siamo resposabili di averne permesso la sua ascesa e non la sua resa ai vincoli della civile convivenza e dell’umano esistere. Oggi il tracollo è sospeso ad un filo ed è quello che ci lega al nostro irresponsabile destino. Con affetto. antonio

  2. Bentornato Jack. Ci ho messo un sacco a crescere, io che ti ascoltavo anche da ragazzina.
    Era colpa di mia madre. Era lei che avevi sedotto in qualche modo e lei mi aveva affilato la fede in un uomo libero, prigioniero ad Alcatraz. Ci ho messo un sacco a crescere, e mi hai bucato il cielo scuro dell’adolescenza, mi hai un sacco commosso. E mi sei un sacco mancato. Rimango attaccata a questa roba qui allora, e ti vengo a cercare ancora. Bentornato Jack

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