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Fra vero e falso
Lettere al prigioniero
Il fenomeno di Jack, il pirata dell'etere di Alcatraz, è impressionante:
a giudicare dalla quantità di posta che arriva in redazione sembra
uno psicodramma collettivo. Un'ascoltatrice ha mandato la partecipazione
di noze: "Sposerò lui ma penserò a te". I ragazzini
lo chiamano fratello e gli scrivono che "ascoltarti tutti i giorni
è un po' depression, ma sei un figo". Qualcuno prega, qualcuno
si preoccupa: "Ti sarò vicina fino all'esecuzione". Altri
sono più ironici: "Mi piaci Jack, anche se sei più falso
del mio Rolex" |
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Roma. «Sono in una due per tre di cemento armato. Ad Alcatraz,
amico, ogni puntata potrebbe essere l'ultima». Una presentazione che
mette i brividi quella di Jack Folla, condannato numero 3957 rinchiuso nel
braccio della morte di Alcatraz: ora d'aria in onda su RadioDue dal lunedì
al venerdì alle 14,15. Real radio o fiction psichedelica? No, solo
un'idea di Diego Cugia, autore e regista de 1I Mercante di Fiori e Domino,
due radiodrammi che sono stati il fenomeno radiofonico delle ultime stagioni:
due serie per il Mercante di Fiori, quindicimila copie per il libro, con
la Rai subissata di richieste e quindi costretta a replicarlo. Domino, invece,
è stato in classifica per sei settimane tra i
libri di narrativa italiana più venduti, mentre novemila persone
hanno visitato il sito internet dell' autore (diegocug@ tin.it): Diego Cugia
di Sant'Orsola, origini nobili e sarde, che con le sue storie orwelliane
di fantapolitica e fantagenetica ha tenuto col fiato sospeso mezza Italia,
mescolando thriller, erotismo e psicanalisi, rubando sonorità e linguaggi
al cinema (le musiche originali erano di Luciano Francisci, gli effetti
sonori venivano direttamente dal Giappone). Gli spettatori morivano d'angoscia
e poi ringraziavano: «Ogni puntata è stata come una psicoterapia».
Il fenomeno si ripete con Alcatraz: Jack il protagonista è uno che
ha poco tempo da vivere e nulla da perdere, per cui dice quello che gli
pare e come gli pare, parolacce incluse. Parla alla radio di anima e budella,
citando i vangeli apocrifi e Kafka. E gli ascoltatori rispondono scrivendogli
dalle loro prigioni quotidiane: fabbriche, uffici, famiglie. «Alcatraz
è un'operazione di sincerità assoluta: per cui anche in un
gioco virtuale scatta l'identificazione» spiega Cugia. «E dato
che Jack sta morendo ogni cosa che dice diventa autentica». |