L'Unità - 15 ottobre 1998


DANIELA AMENTA
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ROMA «Ciao fratelli, sono Jack Folla. Mi arrostiranno tra poco ma nel frattempo ho un paio di cose da dirvi dalla mia cella 2x3...». E per 45 minuti Jack parla, straparla, maledice, benedice, profetizza, insulta. Non ha niente da perdere, d'altra parte. E un dj nel braccio della morte di un carcere americano. Il 25 giugno sarà giustiziato. Quel giorno finirà Alcatraz, raro e riuscito caso di radio-fiction all'italiana. Un programma che qualcuno già definisce di culto e che sta dividendo pubblico, commentatori, mass-mediologi. In onda alle 14.15 sulle frequenze di Radio2, Alcatraz nasce da un'idea di Diego Cugia che in bocca a Jack Folla, un condannato dalla voce di attore, mette davvero di tutto, di più. Attacchi al presidente della Repubblica, ad Arbore e Boncompagni («quelli di Alto Tradimento»), agli Articolo 31. E' «incazzato nero» Jack. Lo ripete come in una litania, intervallando gli indistinti strali contro l'universo-mondo con undici canzoni, anch'esse indistinte, e che vanno da' O surdato innammurato a Jimi Hendrix. Ha la lingua lunga «il vecchio Folla»: macina perfidie e luoghi comuni, retorica e illuminazioni, se la prende con tutti - troppi per risultare credibile. Eppure la trasmissione funziona. Ha ritmo, è veloce e soprattutto ha un formato proprio, diverso dai soliti magazine, dalle solite classifiche, dai contenitori «che tengono compagnia», dai fili diretti, dai chiacchiericci con musica «per giovani». Ha le cadenze di un film, Alcatraz: ne prende in prestito i suoni, le pause, il linguaggio, il gusto ridondante della messinscena. La voce di Jack, ad esempio, è quella del doppiatore di Bruce Willis. E la creatura di Cugia, «condannato n° 3957», è una sintesi plateale tra il Robin Williams di Good Morning Vietnam e il notturno, inquieto Eric Bogosian di Talk Radio. In mezzo, nel fiume in piena di parole (e parolacce) del «dj prigioniero», ci sono citazioni di Lenny Bruce e un piglio da anti-eroe che può indispettire o incantare ma che difficilmente lascia indifferenti. Così Alcatraz è diventato un «caso» con una media di 80 telefonate a trasmissione, centinaia di fax, lettere, e-mail. E anche se Jack Folla manda «'affanculo i grigi funzionari Rai», gli stessi gli concedono uno spazio in più: nelle prossime settimane il programma verrà replicato anche di notte. Un successo insperato per lo stesso Cugia che il 25 giugno sarà costretto a uccidere il suo disc-jockey. «La gente chiede in che modo si possa salvarlo. In molti sono convinti che Jack esista davvero Segno che Alcatraz sta muovendo qualcosa nell'universo degli ascoltatori. I critici mi accusano di aver creato un personaggio qualunquista. Non è vero. Jack è uno qualunque e per questo identificarsi in lui è più facile", sostiene l'autore. Mancano meno di 260 giorni all'ora fatale per il dj più scomodo e manicheo dell'etere nostrano. Siete esentati dall'invio dei fiori a viale Mazzini, fratelli.