23/05/2003

Da La Nazione
di Sofia Coletti


PERUGIA «Jack Folla se ne è andato un venerdì di maggio del 2002 a bordo di una Triumph Bonneville». Così Diego Cugia, l'inventore del celebre d.j. galeotto rinchiuso nel braccio della morte, e di «Alcatraz», il fenomeno radiofonico degli ultimi anni, è tornato al mestiere che sognava di fare da bambino, lo scrittore. In questa veste sarà oggi pomeriggio alle 18 alla libreria Novecento in via dei Priori, in un incontro ad ingresso gratuito per presentare il suo nuovo libro, L'incosciente.
Dalla storia di una vita in una notte alle polemiche per un successo da culto, ecco il racconto di chi si considera «solo un uomo che cerca di essere se stesso. Sia che il vento soffi da una parte che dall'altra. Non liscio mai. Forse è per questo che sono sempre spettinato».

Cosa racconta "L'incosciente"? E chi è il suo protagonista?

«È un assicuratore disoccupato perchè, nel mondo d'oggi, si rende conto di non poter offrire "ombrelli" a nessuno per proteggersi dal rischio di vivere. Si chiama Luca Svevi, separato, una figlia, nessun hobby, niente amici. Sta mangiando da solo la sera del suo cinquantesimo compleanno. Due ex colleghi bussano alla porta. Ma il loro invito a cena fuori nasconde un terribile tranello».

Perchè? cosa succede?

«L'assicuratore viene condotto a Torre Astura, il castello dove fu tradito Corradino di Svevia, per un grandioso ricevimento in suo onore. Qui incontra le migliaia di persone che ha conosciuto, anche solo di striscio, in tutta la sua vita. Perchè sono arrivate fin lì da ogni parte del mondo? E di che cosa lo accusano? Credo che sia un romanzo che tutte le persone sole si portano dentro ovunque vadano».

Il ritorno all'attività di scrittore è legata alla fine di "Alcatraz". Cosa è successo veramente?

«Che oggi si è un po' meno liberi di ieri. E i personaggi scomodi vengono messi da parte. Jack Folla non è il primo e non sarà l'ultimo. Questa è una lunghissima storia che si ripete con forme e modalità diverse. Anche le censure si aggiornano. Io l'ho solo anticipata, lasciandolo libero il minuto prima che fosse imbavagliato. Comunque Jack Folla è un record: riesce a mettere d'accordo sia la destra che la sinistra. Sta sulle scatole a entrambe».

C'è ancora spazio oggi per Jack l'uomo della folla e per la sua controinformazione?

«Di pubblico ce n'è più di quanto non si creda. Ma di spazio mi sembra ne sia rimasto poco. Da un punto di vista industriale non trasmettere più programmi come "Alcatraz" mi sembra una sciocchezza. Da un punto di vista politico, una debolezza. E guardi che io non parlo del Jack Folla "provocatore" o anarchico. Io parlo della sua rivoluzionaria tenerezza. Viviamo uno strano periodo, si ha più paura di una carezza che di un colpo di pistola».