05/04/2007

Arriva su Raiuno il temutissimo
Alessandra Comazzi

MILANO - Che cosa avranno mai in comune Diego Cugia e Gianfranco Funari, tanto in comune da fare insieme il prossimo varietà del sabato sera di Raiuno, l’attesissimo, temutissimo, fibrillatissimo, Apocalypse Show (5 puntate dal 28 aprile)? Niente, sembrerebbe. Due bastardi irresistibili, ma basta così. Funari, 75 anni e cinque by-pass, faceva ogni tanto l’ospite da qualche parte, portava il suo verbo su Odeon, ma niente Rai da 11 anni. Cugia, 53 anni, nome completo Diego Cugia di Sant’Orsola, nobile famiglia di origine sarda («nobile ma non ricca»), inventore del tormentone «rock e lento» e del Morandi cattivo, è uno in grado di trascinare, letteralmente, le masse. Ai tempi di Jack Folla, il protagonista del radiofonico Alcatraz, era considerato un profeta laico del libero pensiero. Quando su Radio 24 faceva Zombie, si chiese come mai tante persone che erano nella P2 (almeno otto) stessero al governo. Fu linciato. Ma alla radio arrivarono 30 mila mail di protesta, computer intasati, ritorno in onda.

Che successe con Jack Folla?
«Successe che il leghista Calderoli lo rispedì il galera, e un sempiterno direttore di Radiorai che ancora è a piede libero mi sbatté ad Alcatraz con Jack: fuori dalla radio. Poi mi fece evadere Celentano con Rockpolitik».

Fu lì che il direttore di Raiuno Del Noce si autosospese?
«Sì, perché non poteva vedere i testi prima».

Adesso come si spiega che lei torni nel salotto buono Rai, con un cavallo pazzo come Funari?
«Si spiega così: non ho le stesse idee politiche di Del Noce, ma se lui accetta un mio programma senza censurarlo, non c’è motivo per cui non debba fare il programma. Inoltre, io il contratto ce l’ho con Ballandi, non con Raiuno».

Lo show sarà registrato?
«Assolutamente no. Non si potrebbe proprio fare, anche volendo: è un meccanismo a tempo».

Ci sarà questa benedetta lettura preventiva dei testi?
«Un conto è leggere, un conto censurare. Un direttore ha diritto di sapere che cosa va in onda. Un autore la dignità di andarsene se alle sue parole vogliono far indossare una livrea. Le idee non fanno i camerieri».

E di Funari si fida?
«Noi non vogliamo offendere il target di Raiuno, ma nello stesso tempo vogliamo osare. Funari è la persona giusta. Tutti si aspettano che ne combini qualcuna: ebbene, sarà così intelligente da stupirci ancora una volta».

Stando tranquillo?
«Facendo se stesso. Mi ricorda due straordinari personaggi felliniani: Villaggio in La voce della luna e il vecchietto che si perde nella nebbia di Amarcord. Questo è Funari. Il Noè dei nostri giorni. Con una sua irridente tragicità. E canterà Brassens».

Parlerete molto di tv?
«Niente affatto. La televisione si fa, non se ne parla».

Parlerete di politica?
«Della piccola politica di partito no, siamo pure sotto elezioni. Della politica intesa come vita, beh, questo sì. Parleremo della vita e della morte. Tutte le sere i tg annunciano la fine del mondo: che faremmo se sapessimo la data? Chi arriva sulla nostra arca si sottopone a una sorta di conto alla rovescia: balla, canta, lascia testimonianza. Come sul Titanic: solo che noi conosciamo l’imminenza della fine».

Nemmeno un po’ di speranza?
«Tanta. In tempi di apocalisse, io credo ancora negli uomini. Come nella poesia di Borges, I giusti: tante persone che si ignorano, e che fanno la cosa giusta, salveranno il mondo».

Chi ci sarà con Funari?
«Lo show dell’Apocalisse è condotto da Fabio De Luigi. Accanto a lui, Esther Orthega, l’antisoubrette che c’era già da Morandi: intelligente, con un’anima. Inoltre la musica, con la big band diretta da Savino Cesario».

Lei è l’unico autore?
«L’unico ideatore. Poi ho formato questo bel gruppetto: Paolo Cananzi, autore di Aldo, Giovanni e Giacomo, Riccardo Piferi, autore di Paolo Rossi, Stefano Micocci, mio collaboratore da sempre, Claudio Fasulo, uomo-macchina della Ballandi, e Flavio Soriga, giovanissimo scrittore sardo esordiente in tv».

Bilancio stratosferico?
«No, i soldi sono molti meno di un tempo. E dei varietà così, con questi budget ridotti, ormai li produce solo Bibi Ballandi. Bisogna inventare, lanciare giovani nuovi. Altrimenti chi li fa poi gli "one man show"? Credo molto nella scelta di De Luigi».

E insomma che cosa avete in comune, lei e Funari?
«Siamo due anarchici libertari».