17/10/2001
Ho sognato Bin Laden questa notte
Il carcerato Jack Folla è il protagonista di un programma cultodi RadioRai2,, basato sui testi di Diego Cugia e fondato sulla voce di Roberto Pedicini. Jack Folla dice la sua, con notevole schiettezza, sui più vari temi di attualità. Quello che segue è un articolo di Jack Folla.
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Da L'Unità

Fratelli questa notte ho dormito solo un’ora. Un’ora sola che non avrei voluto dormire. Perché in sogno è venuto a trovarmi un assassino. E mi ha detto: “Vieni Jack. Entra dentro il cervello del mostro. Fatti un giro, piccolo occidentale, nella visione della situazione dal punto di vista di Osama. Coraggio, ragazzo cristiano”. E mi ha sparato uno dei suoi video promozionali nell’anima. Quelli col suo ditino giudicatore che dondola come un cappio:"Sono Osama Bin Laden. Sì, sono Osama, e voglio spiegarvi un paio di cosette su di me. Innanzitutto, io, Osama, ho un’anima superiore alla vostra. Non sto dicendo "una civiltà" o "una religione" superiore, non sono un bambino; dico "anima superiore": e con ciò intendo "perfetta". Io sono Colui Che Non Piange, il Signore Che Non Conosce Compassione. Quando mi definite terrorista, sanguinario, paranoico, criminale o pericolo pubblico mondiale, dimostrate ancora una volta di essere dei piccoli uomini, perché io non rientro in nessuna di queste categorie. Per un’anima perfetta il Bene e il Male non esistono. I sentimenti e le passioni degli uomini non rivestono la minima importanza. I seimila morti delle Torri Gemelle sono un fatto come un altro e non meritano un battito in più delle mie ciglia." Avete capito l’orrore hermanos? Tutto chiaro, eh? E così ha continuato Osama nel mio sogno assassino di stanotte: "Naturalmente io, Osama Bin Laden, esecutore del volere di Allah, non avevo bisogno delle vostre scomposte reazioni al mio operato per capire voi occidentali di che pasta siete fatti. Anche se è sempre stupefacente assistere al realizzarsi dei piani divini per filo e per segno, proprio come la mia anima perfetta aveva predisposto con l’attacco alle Twin Towers. L’orgoglio ferito dell’America, lo sdegno internazionale, le delibere dell’Onu, la commozione patriottica, i piani di contrattacco, la guerra all’Afghanistan ed a tutti i Paesi conniventi col terrorismo arabo, ed i fiumi d’inchiostro versati, le TV occidentali lobotomizzate dall’evento, il giro di vite di tutti gli apparati di sicurezza, il crollo delle fiorenti industrie del turismo e dei viaggi organizzati, il panico a Wall Street e il successivo scatto di reni di Wall Street, tutto ciò che avete vissuto come un sogno o un incubo, tutto quello che avete puerilmente chiamato niente sarà più come prima, era già scritto nel futuro del vostro prima, e la mia anima superiore (che Allah l’abbia in gloria!) ne era consapevole come del Sole e della Luna. Voi non capite me, Osama Bin Laden, perché non vedete la vostra ombra. Per questo siete destinati a soccombere. E’ previsto anche che mi catturiate, vivo o morto, non ha la minima importanza. Vi sembrerà la fine di un incubo. Invece sarà l’inizio della fine." E a questo punto il vostro Jack ha sudato freddo, ma freddo davvero, perché questo sceicco schizzato ha il fiato lungo, hermanos, e puzza di sepolcro imbiancato. "Se voi, piccoli uomini d’Occidente, anime inferiori," ha proseguito Bin Laden, "aveste riconosciuto in tempo la vostra stessa ombra, gli avreste messo una taglia sopra, senza bisogno di divulgare il mio identikit o quello dei miei principali collaboratori sulla CNN. E mi avreste catturato in un istante. Oggi io sarei ostaggio di una civiltà superiore alla nostra. Ma così non è stato, e non poteva essere altrimenti. Perché a differenza di voi, io, Osama Bin Laden, nella vostra ombra mi ci specchio. Sono io, quell'ombra. Con me avete concluso affari occulti e innominabili, spartito proventi illeciti, seminato stragi di popoli inermi, aperto e chiuso conti cifrati, trafficato armi, trattato segretamente per qualche attimino di tregua in Palestina. Questo, rende la mia anima superiore. Voi fingete di non riconoscermi, io vi conosco tutti, uno per uno, dal presidente Bush all’ultimo lavapiatti infedele di un ristorantino arabo di Parigi o di Milano; colpevoli o innocenti, consapevoli o inconsapevoli, è irrilevante. Una civiltà cieca è comunque perdente. Un’anima che non riconosce la propria ombra è infantile, quindi mortale." A questo punto del mio incubo, Osama si è alzato e ha raccolto da terra il kalashnikov che aveva buttato contro uno spuntone di pietra, e l’ha carezzato come un gatto. Poi ha proseguito: "Ma voi siete talmente accecati d’onnipotenza da non vedere i vostri limiti. Mentre io, Osama, posso rimanere pressocché immobile nella Grotta dello Smeraldo, incastonata in una montagna di Bayman. E’ stato sufficiente innescarvi un meccanismo d’autodistruzione: il tempo, il vento e le spore faranno il resto. Piccolo uomo d’Occidente, anima inferiore, svegliati o muori. Non sarà stato il carbonchio arrivato per posta, o i bacilli della peste che i commessi viaggiatori di Allah vi staranno, in queste ore, consegnando porta a porta. Se voi non foste una civiltà già decaduta e marcia, queste azioni, come qualsiasi altra missione kamikaze, provocherebbero esclusivamente stragi circoscritte, lutto, scompiglio, fino all’inevitabile ripristino dell’ordine e della sicurezza, e non il fulmineo declino dell’Occidente che è nei piani di Allah (che Iddio l’abbia in gloria!) No, piccoli uomini della Nato; anime senza macchia e troppa paura che delegate la difesa della vostra incolumità ed eternità alla protezione di un aereo Awacs sui cieli italiani, o a diecimila bombe "intelligenti" sganciate sui dannati della terra, in Afghanistan, in Irak, e man mano che io farò lievitare il vostro panico di aver perso il dominio sul mondo, in Iran, in Palestina, in Malesia, ovunque sentirete una voce che non preghi in inglese o il canto di un muezzin nel deserto. No, anime armate di sabbia. Anche allora, -presto-, vi distruggerete con le vostre stesse mani." E a questo punto io, Jack, gli ho gridato fuori di me che la piantasse di sentirsi L’Anticristo incarnato. Ma dalla mia bocca spalancata usciva solo vento infuocato e le parole, quando arrivavano a lui, diventavano stalattiti, si spezzavano e si frantumavano in terra. E Osama Bin Laden ha continuato: "Sospetterete che il vicino di pianerottolo vi abbia unto con il bacillo della peste, e se il collega d’ufficio è arabo lo licenzierete; gli impedirete di volare ingiustamente sulle vostre blindate linee aeree; offenderete le colf e le baby-sitter musulmane mettendo a repentaglio la vita dei vostri bimbi; riuscirete perfino a farvi nemici gli arabi amici, gli infedeli, e saranno questi ultimi a redimersi e a conquistarsi il Paradiso sferrandovi l’attacco finale alle spalle. Vi ritenete sempre innocenti e questa presunzione che la colpa sia sempre davanti e mai "dentro" di voi è la prova della vostra ingenuità suicida. Ho utilizzato il simbolo di un vostro aereo crocifisso dentro una torre per evidenziarlo. Ma voi avete guardato e riguardato la stessa immagine in televisione, per giorni e notti, senza mai vedere. Così per me è diventato un gioco sempre più facile prevedere. Il panico sarà il vostro unico dio e unico demone, perché chi non sa riconoscere la propria ombra non può che diffidare anche di se stesso. Le alleanze internazionali si sfalderanno così come le amicizie ed i rapporti più intimi e ciascuno cercherà di trovare scampo nella caduta e nella defezione dell’altro. Ai falchi della prim’ora seguiranno le colombe che cercheranno di volare sino a me per stipulare un compromesso. E cadranno in volo, per mano dei falchi. E per rivedere il fallimento della vostra fratellanza, così come per poter assistere a tutte le sequenze di questa "guerra di anime" voi, detentori del potere mediatico, dovrete rivolgervi sempre e soltanto ad Al Jazeera, pagandomi, per ogni vostro necrologio filmato, 20.000 dollari al minuto." Non ne potevo più, brothers. Se avessi avuto una pietra in mano, io, pacifista e non dell’ultim’ora, l’avrei lapidato su due piedi. Ma ero come pietrificato dalle sue parole di lucida follia. E Osama, quasi mi avesse sentito, ha concluso: "E’ inutile, strateghi del Nulla, siete caduti nella mia Rete. E chi dominava sarà dominato con le sue stesse armi. Non siete stati sempre voi ad aver coniato la metafora dell’ "effetto domino"? Io, Osama Bin Laden, mi sono limitato a far cadere le prime due torri. Voi farete cadere una sull’altra tutte le torri e le roccaforti d’Occidente. Solo a quel punto dichiarerò scacco matto e mi mostrerò al mondo quale Sono. E da quel radioso giorno il mondo vivrà ad immagine e somiglianza della mia anima perfetta. Quella di Osama Bin Laden, il figlio prediletto di Dio (Che Allah mi abbia in gloria!) Insciallah." E mi sono svegliato. E avevo la fronte madida, il cuore imballato, l’anima sotto le scarpe. Perché ero entrato nella testa di un mostro. Ma uno di quelli duri, di quelli che sanno come colpirci affondo, perché sono nati e cresciuti nel giardino condominiale di casa nostra. E per la prima volta da quando ero bambino ho recitato, quasi senza volerlo, un Pater Noster.