04/11/2001
Jack Folla: Presidente, ecco le parole del dolore.
Dal programma Alcatraz la lettera sconvolgente di una delle 157 vittime: 'Mio padre sputava sangue e si vergognava perchè in una casa piccola non poteva nascondersi'.
Da L'Unità

Dove sei presidente Ciampi? Questa non è una lettera di Tabucchi. A noi, di Salò, non ce ne importa più un fico. Io sono Jack Folla, un burattino, ma targato Italia di oggi. E non le parlo di me, ci mancherebbe, ma di una ragazza in fumo, che non a lei, ma a me, purtroppo solo a me ha indirizzato questa lettera da Marghera. Dico purtroppo perché i grandi poteri di riferimento oggi sono rimasti questi: i burattini e io, il controburattino. Le ricorda nulla Marghera, presidente? Sì, lo so, lo sento che anche lei ha sussultato alla sentenza. Ma a me preme un altro dolore, mi scusi, un dolore che non viene dai colli ma sgorga dal basso, come un fiume che sale le scale, perché ci sono dolori che non possono neppure defluire, in Italia, ma devono addirittura chiedere scusa. Lacrime in salita. E il dolore, quand’è così vertiginoso, non ha "Io" non ha firma, non mi ha neppure scritto come si chiama questa ragazza d’Italia del terzo millennio, questa figlia di un duplice veleno. Proprio per questo si fidi, perché è la sincerità vilipesa che sgorga dal malessere, dalle piaghe profonde del Paese, che non son più quelle di sessant’anni fa, per favore, vi prego, basta, ma quelle di ieri e dell’altro ieri. E di queste non si chiacchiera mai nei salò…salò…salotti. Ascolti cosa mi scrive una ragazza italiana, presidente: ecco un cavaliere della repubblica, un grande poeta involontario, un senatore a vita da nominare. Glielo suggerisce un burattino che dice No, ma lei non mi deluda, le risponda in qualunque modo, io ho fiducia, presidente Ciampi. Ma nutro anche tanto rispetto in questa ragazza italiana che mi ha scritto a nome di una delle 157 ombre che i giudici non hanno riscattato dal fumo assassino delle ciminiere del petrolchimico, l’ombra del suo papà, e mi ha detto:

"Caro Jack, mio padre è morto, sputando vomitando sui muri della cucina perchè non riusciva a controllare il suo corpo. Si vergognava perchè in una casa di 70 mq non puoi nascondere, non riesci a soffocare i rumori di un corpo operato tante volte senza sincere spiegazioni. Iimmaginate un'uomo onesto, sensibile, un incredibile lavoratore mostrarsi così giorno dopo giorno per più di un'anno alle figlie ,alla moglie. L'espressione violenta di chi non vuole lasciarsi vincere dal male, di chi viene calmato solo dalla morfina, di chi viene sommerso di bugie ad ogni ricovero( perchè tanto ormai non c'era niente da fare) ormai. Da mesi per lui pranzo o cena erano solo un sacchetto di plastica molle, molto costoso da attaccare a quel tubo che gli usciva dal corpo, necessitando con odio e rabbia l'aiuto proprio di quelle persone alle quali lui avrebbe voluto mostrarsi forte e bello come era sempre stato.

Si vergognava ormai anche di andare al bar, si vergognava ,del sacchetto. I miei compagni di scuola avevano papà avvocato, professore universitario, pittore,conte,concertista, la mia migliore amica aveva il padre che era consigliere regionale e quando eravamo in ritardo a volte ci accompagnava a scuola il motoscafo riservato; io no, io ero figlia di un operaio e quanti e quali espressioni ho visto quando con candore dicevo di abitare a Marghera.

Abito ancora qui, e da un'anno o due sono tornate farfalle, licheni e rondini.

Mio padre non torna, quel corpo rinsecchito rabbioso è rimasto nella mia memoria, riposa (mi vergogno a scriverlo) in un cimitero circondato da tralicci dell'enel, in un terreno confinante con altri che nascondono rifiuti tossici, pieni di veleno.

Oggi , sola, ho pianto davanti ad una televisione e ho visto piangere, perchè il mio paese, il mio governo lo ha ucciso di nuovo.

Quelli che hanno giudicato probabilmente hanno un bagno più grande di quello che aveva mio padre quando vi si nascondeva per non renderci partecipi dei sintomi del suo male, quanto a coscienza e dignità non lo so."


Ha letto, presidente? Io la trovo magnifica e terribile più di una poesia di Montale, e come un osso di seppia, questa lettera mi si è messa di traverso tra il cervello e il cuore, e non se ne andrà mai più via, e mi soffocherà un poco ogni giorno che io vivrò, perché è un altissimo grido, rimasto senza giustizia, inascoltato. Lo raccolga questo canto triste di una ragazza in fumo. Questo volo di rondine senza più un nido. Non so come, ma solo lei può riscattarlo il suo volo spezzato, ora che la giustizia, invece di multare il cacciatore, ha sparato di nuovo contro chi cercava di volare via comunque, senza più un padre, senza più un nido dove tornare né una meta dove potersi riposare.

Suo devoto

Jack Folla