“Repressione è civiltà”

La reazione del potere politico e giornalistico italiano alle considerazioni di Travaglio sulle passate frequentazioni “mafiose” del nuovo presidente del Senato, Schifani, credo sia stata obiettivamente impressionante. Un potere furibondo, pressoché unanime, che si rivolta all’unisono contro un singolo individuo, quasi fosse un mostro, uno stragista, un piromane, un pedofilo seriale, per il solo fatto che egli ha espresso un’opinione in televisione, qualunque essa sia, la più abnorme o disgustosa, dovrebbe destare allarme, perché è un sintomo grave di qualcosa che non va. Una campanella d’allarme che suona ancora più squillante, per una democrazia, quando il dissenso furente del potere contro il singolo “reo”, prescinde da quanto di vero o di falso egli abbia dichiarato, vuoi perché si tratterebbe di “fatti inconsistenti o manipolati che non hanno nemmeno la dignità per generare sospetti” (dichiarazione dello stesso Schifani) vuoi perché il comportamento del giornalista Travaglio sarebbe stato “deprecabile” e “inescusabile” (dichiarazione del direttore generale della Rai). In sostanza colpiscono tre fenomeni: la fulmineità e l’unanimità della reazione (il cittadino denunziante viene a sua volta denunziato e, di fatto, reietto dalla comunità “democratica”). Secondo: i fatti oggetto della denunzia originaria vengono rimossi, ossia parlarne è un tabù. Terzo: il massiccio ricorso all’enfasi che, come inchiostro di piovra, viene gettata contro l’aggressore e gli eventuali “simpatizzanti” per dissuaderli, un’ondata nera di enfasi controscandalistica repressiva, in luogo di una secca smentita, una precisazione, una semplice querela, scevra da tutto questo conturbante chiasso mediatico.
Per caso, ieri sera una rete satellitare trasmetteva “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, il film di Elio Petri che nel 1970 vinse l’Oscar come migliore film straniero. Nonostante l’avessi visto una mezza dozzina di volte, la faccia di Gian Maria Volonté mi ha impedito di cambiare canale. Quanto ci mancano le facce intelligenti. Eppure non esistono film più datati di quelli girati negli Anni Settanta, in confronto ai quali i documentari sul Ventennio dell’Istituto Luce sembrano contemporanei di Guerre Stellari. Polverosi gli atteggiamenti, per l’epoca “spregiudicati”, di Florinda Bolkan, come il suo trucco “pop”, polverosi i contestatori capelloni, polverosi i  libricini rossi maoisti, come tutti gli interni del Commissariato e le pantere della polizia scattanti quanto nonnette sprint. Ma nel capo della squadra omicidi che assassina Augusta Terzi, la propria amante, la quale si prendeva gioco del suo potere statalista e gli dava del “bambino incompetente” a letto,  si annidava un’attualità dirompente che andava oltre la strepitosa interpretazione di Gian Maria Volonté. C’era la rappresentazione, direi liturgica, del “potere all’italiana”, quello di quasi quarant’anni fa, sopravvissuto a se stesso. La maschera di Volonté, il suo commissario che nonostante sia reo confesso nessuno può accusare, nemmeno lui, l’assassino, era la più diabolicamente italiana di tutte quelle di un Alberto Sordi, non più maschera democristiana era però immutabile nella sostanza, in quei ghigni intercalati a inchini, in quella sua autorevole untuosità, mentre i contestatori del ’68 si erano dimostrate comparse della Storia lei era rimasta indenne, la maschera principe del carnevale del potere all’italiana. Quanto ha a che fare il caso Schifani-Travaglio con “Un indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”? Niente altro che la verità. La bestia nera della nostra democrazia di provincia. La verità, pura e semplice, che da noi fa infinitamente più scandalo della menzogna. A meno che non sia quella del Capo, una verità che diventa addirittura indiscutibile quando è sposata anche dall’opposizione. In tutti gli altri casi non è che una verità senza consenso, senza “audience”, verità impotente, irrisa, e il suo portatore una specie di untore della peste.
Nel film di Petri, l’ispettore assassino pronunzia una sentenza che sembra di un’altra epoca, una battuta che nel duemilaotto dovrebbe farci sorridere, un po’ è così, si capisce, ma poi ti guardi allo specchio e ti accorgi di aver indosso una smorfia amara:

 Il popolo è minorenne, la città è malata, ad altri spetta il compito di curare e di educare, a noi il dovere di reprimere! La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!”

 

64 commenti su ““Repressione è civiltà””

  1. Rulando, ti ringrazio per le ulteriori informazioni, che però non mutano il mio giudizio nè su Sofri, nè su Travaglio.

    Marco dovrebbe proprio andare a vivere in un paese normale, tanto anche da lì potrebbe mandarci i suoi libri con gli aggiornamenti sulle malefatte dello strano popolo italiano.

  2. ma Roxi
    è pazzesco davvero
    sembra un rodeo
    anzi uno scontro fra cow.boy
    in quei film
    mezzogiorno de fuego!!
    interessante
    comunque
    le barricate
    fanno parte della Storia
    D’italia
    solo che a volte scoppia il
    cervello e non solo quello
    un kiss
    Ps)per favore metti a posto
    il blog
    non riesco a scriverti
    se mi gira domani
    prendo questa carretta di pc
    e la butto dalla finestra!!
    così la finisco
    per sempre
    ma non posso
    mi sà–
    e se tutte le parole
    che ho letto e scritto
    si rivoltassero
    e lo facessero
    rimbalzare indietro?
    hasta
    che la notte
    cali
    sul Travagliogrilloschifanisofrilavicinatv.B
    fino a domattina.
    notte.

    ——————-

  3. tanto per … non censurare nessuno
    e smetterla di insultare e sputare
    sentenze nella certezza di ‘possedere’
    la ‘verità’, se con umiltà si tentasse
    di leggere quello che è scritto cercando
    di comprenderne il senso senza stravolgerlo
    e soprattutto senza fanatismi e pregiudizi
    magari si vivrebbe meglio

    e punto
    e a capo

    amen

    “Nessuno ha mai messo in dubbio l’onorabilità di Travaglio. Nessuno ha voluto sollevare una noiosa e irrilevante polemica personale. Si è voluto soltanto ragionare senza ipocrisie su un metodo giornalistico che, con niente o poco, può distruggere la reputazione di chiunque. Era un memento a Travaglio e a noi stessi ad usare con prudenza, armati di niente o poco, la parola “verità” (evocata, purtroppo, anche oggi). E prima di mettere punto: ma davvero c’è qualcuno che, in buona fede, può pensare che Repubblica faccia sconti alla mafia e alle sue collusioni con i poteri?”
    (g. d’a.)

    (15 maggio 2008)

  4. 108 ???

    deve essermi sfuggito qualcosa, ma non mi sembrava di aver letto insulti o sputa sentenze, l’umiltà è vero ci vuole da parte di tutti, nessuno escluso …

    Comunque a me è sembrato un diagolo civile e interessante, con diversi punti di vista certo, ma il bello (mi sembra) sta proprio in questo …

    Così tanti commenti al post hanno dimostrato l’interesse di tanti, la voglia di parlarne e di spiegare (e magari di difendere) il proprio punto di vista: non trovo la cosà così negativa e orribile.

  5. 108, D’Avanzo non sfiora il ridicolo, lo oltrepassa proprio!

    PRIMA offende Travaglio dandogli del qualunquista, dell’insincero, del “tartufo”, accusandolo di bluffare, avvelenare il metabolismo sociale e indebolire le istituzioni, di manipolare lettori inconsapevoli, POI gli attribuisce frasi mai dette e polemizza (eccome se polemizza!) su fatti personali, peraltro inventandoseli di sana pianta, INFINE afferma candidamente di non aver mai messo in discussione l’onorabilità di Travaglio e di non aver sollevato una “noiosa e irrilevante polemica personale”…

    Pazzesco! Ma quest’uomo la parola “scusa” non la contempla proprio nel suo vocabolario?

  6. “d’avanzo stia pure con gli ignavi”
    “è in malafede e disinformato”
    ed è pure un “tartufo insincero”

    forse Tiziana non saranno imsulti
    ma tu come li definisci?

    per quanto riguarda travaglio poi..
    personalmente mi è pure ‘simpatico’,
    pensa te, ma non mi piacciono gli
    attacchi a un giornalista di cui forse
    non si conosce bene la storia
    e la superficialità con cui si parla di
    persone come ruffini e sofri

    vabeh va
    .. che un bel tacer non fu mai scritto
    e quindi, umilmente, mi taccio

    🙂

  7. D’Avanzo stia pure con gli ignavi sarebbe un insulto?
    “Tartufo” e “insincero” sono gli epitteti rivolti da D’Avanzo a Travaglio. Io li ho solo riportati ironicamente e se rileggi il mio commento ne coglierai il senso. O almeno lo spero…

  8. così.. giusto per

    “In televisione è vietato tutto ciò che è libero, indipendente e autonomo.
    Perché? Perché non si sa mai cosa può dire uno libero, che non risponde,
    non si sa mai cosa potrebbe fare, non si sa mai cosa potrebbe raccontare…
    Se uno è asservito è controllabile, si conoscono le dimensioni del suo
    guinzaglio, e si sa anche chi lo tiene in mano il guinzaglio. Chi non ha il
    guinzaglio in televisione in questo momento non lavora e chi ci lavora in
    un modo o nell’altro un suo guinzaglio ce l’ha.
    Si tratta a volte di scoprirlo, per quelli più furbi, che lo nascondono meglio,
    per altri si tratta di capire quanto è lungo, ma non c’è dubbio che chiunque
    lavori in televisione nei posti chiave, che si occupano di informazione, di
    attualità, o che si occupano di settori limitrofi, il guinzaglio c’è e lo tiene in
    mano qualcuno. Poi ci può essere qualcuno che ha il guinzaglio e pure è
    bravo (sic, nda), non è mica escluso, è difficile, ma non è escluso; la regola
    è comunque che ciascuno deve essere controllabile e ciascuno deve essere
    prevedibile , ciascuno deve avere qualcuno che garantisce per lui altrimenti
    sulla base delle proprie forze e delle proprie gambe lì dentro non ci si entra”

    sono parole di marco travaglio del 2006

    non sposo acriticamente la ‘verità’ di nessuno
    e continuo a pensare che l’atteggiamento spesso
    arrogante (anche nell’uso delle parole) di chi erge
    a Profeta qualcuno semplicemente perché dice
    quello che vuole sentirsi dire non fa crescere di
    un passo e non crea consapevolezza
    (tra l’altro una cosa che mi fa davvero paura
    sono le masse plaudenti e prone ai guru di turno
    che minano l’autonomia delle coscienze)

    fatti un giro qui Rulando

    http://www.youtube.com/watch?v=7KO-NdwjUjw&feature=related

    e davvero ho chiuso ..e non mi sognerò più di intervenire
    su questo argomento chiedendo scusa a diego per l’invasione

  9. 108, cosa ci sarebbe di strano nel discorso di Travaglio? Quelle frasi (che condivido appieno) di certo non se le è autorivolte e lo dimostra il fatto che in tv parlando da uomo veramente libero, (non manovrato come sostiene assurdamente Barnard) subisce ingiustificati linciaggi mediatici come quello appena trascorso…
    Barnard non ha torto dicendo che “il problema siamo noi”, ma la sua teoria che Travaglio, Grillo, Stella & co. ci forniscano “gli alibi” non sta in piedi. Barnard generalizza e chi generalizza sbaglia sempre. E’ ovvio che QUALCUNO si possa sentire “assolto” al confronto con certi personaggi messi alla berlina, ma una persona di buon senso non predica bene e poi razzola male no?
    Mi viene poi da ridere quando dice che il “sistema” salterebbe SENZA i Travaglio, i Grillo (che a suo dire non parla mai di cose scottanti! Questa castroneria non merita nemmeno di essere commentata) etc, sostenendo addirittura che il loro lavoro lo stia mantenendo in piedi…

    P.S.
    Ancora tre cose:
    1)Non ho ravvisato arroganza da parte di nessuno all’interno di questa discussione.
    2)Penso che le coscienze per potersi formare debbono essere messe nella condizione di poter apprendere la verità dai fatti (documentati e verificati) e non di giudicare in base alle opinioni…
    3)Possibile che Barnard non abbia capito che lo scopo dei V-Day non è quello di fare delle feste come dice lui e sfogarsi gridando vaffanculo, ma sensibilizzare l’opinione pubblica su temi altrimenti ignoranti dai media

  10. Diego ho dimenticato un parte. Posta questo se non ti dispiace

    108, cosa ci sarebbe di strano nel discorso di Travaglio? Quelle frasi (che condivido appieno) di certo non se le è autorivolte e lo dimostra il fatto che in tv parlando da uomo veramente libero, (non manovrato come sostiene assurdamente Barnard) subisce ingiustificati linciaggi mediatici come quello appena trascorso…
    Barnard non ha torto dicendo che “il problema siamo noi”, ma la sua teoria che Travaglio, Grillo, Stella & co. ci forniscano “gli alibi” non sta in piedi. Barnard generalizza e chi generalizza sbaglia sempre. E’ ovvio che QUALCUNO si possa sentire “assolto” al confronto con certi personaggi messi alla berlina, ma una persona di buon senso non predica bene e poi razzola male no?
    Mi viene poi da ridere quando dice che il “sistema” salterebbe SENZA i Travaglio, i Grillo (che a suo dire non parla mai di cose scottanti! Questa castroneria non merita nemmeno di essere commentata) etc, sostenendo addirittura che il loro lavoro lo stia mantenendo in piedi…

    P.S.
    Ancora tre cose:
    1)Non ho ravvisato arroganza da parte di nessuno all’interno di questa discussione.
    2)Penso che le coscienze per potersi formare debbono essere messe nella condizione di poter apprendere la verità dai fatti (documentati e verificati) e non di giudicare in base alle opinioni…
    3)Possibile che Barnard non abbia capito che lo scopo dei V-Day non è quello di fare delle feste come dice lui e sfogarsi gridando vaffanculo, ma sensibilizzare e quindi RENDERE CONSAPEVOLE l’opinione pubblica su temi altrimenti ignoranti dai media e fare proposte concrete tramite dei referendum?

  11. ho già detto chiaramente che non sposo
    la verità di nessuno tantomeno e
    compreso paolo barnard
    non faccio né il giudice né l’opinionista

    rilevo dei fatti e delle opinioni da cui
    traggo le mie convinzioni, a volte con
    molti dubbi

    e, ma questa è una mia opinione e me la
    tengo, trovo che ci sia spesso arroganza
    nelle TUE parole

  12. Liberissimo, ci mancherebbe altro, di avere le tue opinioni, dove poi io sia stato arrogante lo sai solo tu…

    Ciao!

  13. Concordo in pieno con Rulando, ma è solo un opinione.. altre cose sono i fatti e quelli non
    sono opinabili,se uno li contesta dà del bugiardo all’altro e almeno per educazione lo deve fare con i fatti non con le opinioni..
    ma ormai in italia tutto è opinabile, niente accertabile e inconfutabile!!

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