L’ANGELO DELL’AIR FRANCE

Se il comandante dell’aereo partito dalla Costa d’Avorio per Parigi si fosse accorto del piccolo passeggero nascosto nel vano del carrello, lo avrebbe fatto salire lo stesso a bordo rischiando la carriera e la prigione? Che notizia sarebbe stata! Se il clandestino non avesse fatto rima con bambino, se fosse stato non un Piccolo Principe in fuga nelle stelle, ma un Uomo Nero, uno dei tanti disperati della Terra, ma muscoloso e forte, si sarebbero scomodate stamattina le grandi firme del giornalismo a infiorettarne la disgraziata sorte? Che notizia sarebbe stata! E come mai il cielo non ha acceso i suoi termosifoni divini per scaldarlo a 10.000 metri d’altezza? Perché l’alito di Dio e di tutti i Santi non ha pompato ossigeno nei suoi piccoli polmoni soffocati? Che notizia sarebbe stata! E perché il calore dell’umanità intera, quello sonnacchioso e tardivo di stamattina, non è balzato ieri tempestivamente fin lassù ad avvolgerlo in una coperta d’amore?

Qual è il miracolo, dov’è la notizia, che c’è di nuovo?

Eppure il piccolo clandestino senza nome è stato un eroe e la sua missione è compiuta. Il suo volo d’angelo è la firma con la croce su un bollettino medico invisibile. C’è scritto: Cancro dell’Indifferenza. Tutti noi in Occidente ne siamo colpiti. La notizia è questa.  Quel bambino è vivo. Noi siamo morti da anni senza saperlo.

Un commento su “L’ANGELO DELL’AIR FRANCE”

  1. Ma per questo cancro c’è la medicina giusta è l’AMORE.Se solo la smettessimo di parlare d’Amore e lo diventassimo

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