UN WEEKEND CON LO ZIO ALIENO

Stephen Hawking, l’astrofisico minato dall’atrofia muscolare ma benedetto dal genio, ha rivelato che con cento miliardi di galassie è improbabile che l’uomo sia il solo essere intelligente dell’universo. Ancora più improbabile che sia il più evoluto. Perciò siamo molto imprudenti nel lanciare messaggi in bottiglia nelle stelle. «Quando Colombo sbarcò in America, le cose non sono più andate così bene per gli indigeni». Gli alieni potrebbero colonizzarci o sterminarci o infettarci con un virus di cui non possediamo gli anticorpi.

Ma dico io con cento miliardi di galassie che se ne fa un alieno della Terra? O si serve da una pessima agenzia di viaggi oppure la scelta denoterebbe la sua assoluta inferiorità mentale. E se così fosse non potrebbe raggiungerci, starebbe acquattato come noi in un altro polveroso pianeta alla periferia dell’alta società universale. Invece, se viaggia alla velocità della luce magari col turbo, sarà molto più intelligente di noi, allora perché dovrebbe farsi un weekend fra europei rimbambiti che innalzano maledetti muri? O tra americani così malridotti da dover decidere fra una Clinton e un Trump?

Tuttavia sono cautamente ottimista rispetto a Stephen Hawking. Più intelligente equivale ad avere una coscienza (non solo una conoscenza) più elevata della nostra. Sarà una specie di guru delle stelle. Ma ecco qui casca l’asino (sempre io) perché associo una coscienza superiore al bene e una inferiore al male. E bene e male sono termini umani. Gli alieni forse sono superuomini senza emozioni. In una passeggiata galattica potrebbero schiacciarci con la noncuranza con cui noi calpestiamo una coccinella ai giardinetti. Quindi ha ragione Hawking? Tiriamo una tenda nel cielo, stiamoci zitti per carità e non facciamoci notare?

Ma no, perché? Fossimo santi capirei, ma considerato il male che già ci facciamo da soli, uno zio alieno in visita, fosse pure uno psicopatico cosmico, avrà comunque l’effetto ricreativo del “buon selvaggio”. Certo, dovremmo prima salvarlo dai cannibali, come Robinson Crusoe fece con Venerdì, quindi non fargli mai mettere piede all’Onu, alla Bundesbank, in Parlamento, ma neppure alla sagra della porchetta, insomma in tutti quei posti dove “se magna”. Dovremmo farlo passare di casa in casa benedicente come un prete a Pasqua, o seduti al caminetto ascoltarlo raccontare come lo zio d’America, -dopo averci ridotto gli smartphone in cenere con un’occhiataccia laser-, la bella vita che si fa lassù.

MESSAGGIO SU FACEBOOK TERRESTRE INVIATO DALLA STELLA MIRACH: Ciao, ti ho letto telepaticamente, mi chiamo Obizos, sono uno di Andromeda, e non avrei programmi nel prossimo weekend. Posso anche farmi 2.357.000 anni luce per conoscerti, ma a una condizione. Mi presenti quella in reggiseno nero che fa la pubblicità di Intimissimi?

MIA RISPOSTA SU FB DI ANDROMEDA: A zi’, ma ti pare che se la conoscevo stavo a parla’ con te?

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Un commento su “UN WEEKEND CON LO ZIO ALIENO”

  1. A me vengono in mente due alternative di alieno: quello saggio e superiore di Klaatu che viene sulla Terra per salvarla e quindi per sterminare noi (già perché l’unico modo per salvare la Terra è toglierci di torno e dare spazio ai milioni di altre specie viventi che la popolano con equilibrio) oppure quello che ha bisogno di costruire un’autostrada galattica e la Terra è di impiccio, quindi la distrugge, in tal caso consiglio a tutti di portarsi dietro un asciugamano.

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